L’uso dei social media in oncologia: tra opportunità e scetticismo

L’avvento dei social media ha profondamente trasformato la comunicazione in molti ambiti, influenzando in modo significativo anche l’assistenza sanitaria e oncologica. I social media infatti offrono nuove opportunità per la comunicazione, la condivisione di informazioni, la collaborazione e il coinvolgimento con la comunità oncologica, facilitando anche l’aggiornamento scientifico.

Uno studio osservazionale condotto in Italia tra luglio e dicembre 2023 ha analizzato il comportamento degli oncologi e borsisti oncologici italiani nei confronti dei social media, identificando tre principali profili:

  1. Altamente social (31%): utilizzano attivamente i social media per aggiornarsi, condividere informazioni e interagire con colleghi e pazienti.
  2. Scettici social (31%): sono riluttanti all’uso dei social media in ambito medico, spesso per timori legati alla privacy o alla disinformazione.
  3. Moderatamente social (38%): utilizzano i social media con una certa cautela e selettività.

L’analisi dei dati ha evidenziato che due terzi degli oncologi intervistati utilizzano i social media per la comunicazione medica, un dato in linea con altri studi internazionali che riportano un tasso di utilizzo del 72% tra i medici. Inoltre, il 95% dei partecipanti possiede un profilo personale, mentre solo il 22% ne ha uno professionale e il 23% un profilo ibrido.

L’età avanzata, lo status di oncologo specializzato e un uso più frequente dei social media sono associati a una maggiore propensione al loro impiego professionale. Al contrario, i medici più giovani e i borsisti tendono a utilizzare i social media più per scopi personali che professionali. Queste tendenze riflettono un cambiamento generazionale, con i nativi digitali che integrano i social media nella comunicazione quotidiana, mentre coloro che hanno vissuto la transizione digitale li adottano con maggiore cautela.

L’utilizzo dei social media da parte dei medici può essere finalizzato a tre diversi scopi principali:

  • Formazione professionale – aggiornamenti su studi e linee guida.
  • Educazione del paziente – divulgazione di informazioni affidabili e basate sull’evidenza.
  • Interazione diretta con i pazienti – con tutte le sfide etiche che ne derivano.

Studi precedenti hanno dimostrato che X (ex Twitter) viene spesso utilizzato per diffondere contenuti scientifici e facilitare il networking tra professionisti, contribuendo alla costruzione di comunità intellettuali e professionali. Tuttavia, la comunicazione con i pazienti tramite social media solleva preoccupazioni etiche: il 68% dei professionisti del settore medico considera problematiche le interazioni con i pazienti su queste piattaforme. Per questo, istituzioni come l’ASCO e l’American Medical Association hanno proposto linee guida per un utilizzo responsabile.

Dal lato dei pazienti, un numero significativo cerca informazioni sulla propria malattia online dopo una diagnosi di cancro. In questo contesto, i social media possono svolgere un ruolo cruciale nel fornire informazioni affidabili e combattere la diffusione della disinformazione. Tuttavia, rimangono alcune criticità, come il rischio di esclusione di alcuni gruppi di medici meno attivi sui social e la necessità di garantire la qualità delle informazioni condivise.

Lo studio offre uno spunto di riflessione su come integrare al meglio questi strumenti nella pratica oncologica, promuovendo un uso consapevole e professionale a beneficio sia dei medici che dei pazienti.

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