Il recente sviluppo di Test Multigenici Prognostici e Predittivi (TMPP) trova una sempre più crescente diffusione in campo oncologico. Questi test sfruttano complesse tecnologie per ricavare informazioni sull’aggressività biologica del tumore, offrendo così un profilo dell’evoluzione della malattia in pazienti non trattati o trattati con terapie standard. L’analisi di espressione di diversi geni del tessuto ottenuto dal tumore primario dopo escissione chirurgica oppure da prelievi bioptici fornisce inoltre informazioni sulla probabilità di risposta e beneficio clinico all’esposizione ad un determinato agente a bersaglio molecolare.
Il sequenziamento di nuova generazione (Next Generation Sequencing, NGS) permette l’analisi di un cospicuo numero di nucleotidi in breve tempo e a un costo accessibile per paziente, consentendo di riconoscere tutte le diverse alterazioni genetiche coinvolte nella patogenesi delle neoplasie (mutazioni puntiformi, inserzioni/delezioni, alterazioni del numero di copie dei geni, riarrangiamenti genici e geni di fusione) partendo spesso da piccole quantità di acidi nucleici.
Sono infatti sufficienti alcuni nanogrammi di ctDNA (DNA tumorale circolante) per effettuare l’analisi dei biomarcatori estratti dal plasma dei pazienti oncologici, ovvero la biopsia liquida, grazie alla quale è possibile sequenziare il DNA rilasciato dalle cellule neoplastiche in quantità variabili.
Fino a poco tempo fa, l’analisi del ctDNA veniva effettuata impiegando tecnologie basate sulla Real Time PCR o sulla PCR in emulsione, che se da un lato presentano il vantaggio di avere una notevole sensibilità, dall’altro presentano il limite di poter analizzare poche mutazioni per analisi.
Nel 2023 la European Society of Medical Oncology (ESMO) ha pubblicato raccomandazioni per l’utilizzo dell’NGS nella profilazione genomica delle principali neoplasie avanzate, utile per indirizzare la terapia a bersaglio molecolare. Ciononostante, la biopsia liquida è raccomandata nei casi in cui risulti clinicamente rilevante accedere ai risultati in tempi brevi o quando le biopsie tissutali non si rivelino appropriate per la caratterizzazione molecolare.
Svariati studi hanno dimostrato che se effettuata in fase neoplastica iniziale, la rilevazione del ctDNA consente di accertare una malattia molecolare residua o una recidiva molecolare con l’elevato valore prognostico che ne consegue; tuttavia, ad oggi non esistono prove della sua utilità clinica nell’indirizzare la scelta terapeutica. Sviluppi futuri dell’analisi del ctDNA potrebbero portare a identificare i pazienti che non rispondono alla terapia, individuare lo sviluppo di mutazioni di resistenza prima della progressione clinica ed effettuare lo screening delle persone asintomatiche per la diagnosi precoce di cancro.
Per quanto riguarda invece i pazienti con neoplasie in fase avanzata/metastatica, i criteri di appropriatezza prescrittiva dei test NGS per la biopsia liquida sono identici a quelli previsti per l’analisi del tessuto tumorale.
Riferimenti bibliografici
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3358_allegato.pdf