Il punto sui supporti nutrizionali nei pazienti oncologici anziani

L’invecchiamento rappresenta uno dei principali fattori di rischio per il cancro. Le probabilità di sviluppare forme invasive di cancro aumentano significativamente tra i 65 e gli 84 anni.

Nei pazienti oncologici, inoltre, le alterazioni nutrizionali sono comuni, spesso a causa di stati di ipercatabolismo e infiammazione, aggravati dagli effetti collaterali della chemioterapia, come anoressia e nausea. Queste problematiche possono portare alla malnutrizione e alla cachessia, una condizione che colpisce fino al 62% dei pazienti oncologici e può complicare il trattamento. Gli stessi fattori sono ulteriormente amplificati negli anziani, portando a un aumento della proteolisi e a una riduzione dell’anabolismo.

Una revisione sistematica pubblicata recentemente su Cancer fornisce evidenze preliminari sull’efficacia degli integratori nutrizionali orali (ONS) nel ridurre la tossicità della chemioterapia e nel migliorare lo stato nutrizionale dei pazienti oncologici anziani.

Il supporto nutrizionale dovrebbe includere interventi multimodali con consulenza dietetica personalizzata; tuttavia, molti pazienti non raggiungono gli obiettivi calorici e proteici, richiedendo ONS supplementari.

Le linee guida suggeriscono un apporto proteico minimo di 1,0 g/kg/giorno per mantenere la massa corporea magra, ma solo uno studio ha analizzato l’efficacia degli ONS a base di proteine del siero di latte nei pazienti anziani, mostrando risultati positivi. In aggiunta, gli ONS a base di aminoacidi hanno mostrato effetti variabili, mentre sono stati osservati benefici con ONS arricchiti di omega-3 con olio di pesce, grazie alle loro proprietà immunomodulanti.

Infine, è necessaria una ricerca più approfondita per esplorare l’interazione tra ONS, stato nutrizionale e fattori ambientali, oltre a considerare l’analisi quantitativa per valutare in modo completo gli effetti degli ONS sui pazienti oncologici anziani. Approcci personalizzati in base alle caratteristiche individuali e alle abitudini alimentari possono ottimizzarne l’uso e migliorare gli esiti clinici.

In conclusione, sebbene gli ONS mostrino risultati promettenti, le prove sulla loro efficacia nei pazienti anziani rimangono limitate.

Condividi l'articolo