La relazione tra ambiente e rischio oncologico è un tema importante nella ricerca medica. Due studi recenti hanno fornito importanti evidenze sull’impatto di specifici fattori ambientali, come i microelementi e i pesticidi, sul cancro alla prostata, offrendo nuove prospettive per la prevenzione e la gestione di questa patologia.
Uno studio nell’ambito dell’Agricultural Health Study ha analizzato il legame tra esposizione ad arsenico e selenio e il rischio di sviluppare il cancro alla prostata. I ricercatori hanno utilizzato campioni di unghie dei piedi di uomini residenti in Iowa per misurare i livelli di questi microelementi. I risultati hanno rivelato un rischio significativamente aumentato nei soggetti con esposizione elevata, in particolare per l’arsenico, con un odds ratio (OR) di 3,4 nei livelli più alti. Anche il selenio è emerso come potenziale fattore di rischio, con un OR di 2,0 nei livelli superiori.
Questi risultati rappresentano una delle prime evidenze dirette sull’associazione tra livelli individuali di arsenico e cancro alla prostata, supportando studi precedenti che avevano evidenziato correlazioni ecologiche. Tali scoperte potrebbero guidare nuove strategie di prevenzione per le popolazioni esposte ad arsenico, ad esempio attraverso il monitoraggio dell’acqua potabile e altre fonti ambientali.
In ambito europeo. lo studio AGRICAN ha analizzato i profili di esposizione a pesticidi di oltre 16.000 lavoratori agricoli francesi, classificandoli in cluster in base all’uso storico di questi composti. Sono state identificate 27 miscele principali di pesticidi, ciascuna composta da 4 a 22 composti, utilizzati su colture come grano, vigneti, mais e frutta. I cluster hanno permesso di individuare gruppi omogenei di agricoltori con profili simili di esposizione, tra cui uno specificamente legato alla diversità colturale (es. patate, tabacco e colture permanenti).
Questo approccio innovativo fornisce una base per studiare in modo sistematico le associazioni tra esposizioni cumulative e l’insorgenza di tumori, incluso il cancro alla prostata. Il prossimo passo sarà analizzare queste correlazioni all’interno della stessa coorte, per comprendere meglio l’effetto sinergico delle miscele di pesticidi sulla salute umana.
Entrambi gli studi sottolineano la crescente importanza di integrare dati ambientali e clinici per comprendere meglio i meccanismi alla base dello sviluppo del cancro. Per gli oncologi, queste evidenze rappresentano un’opportunità per affinare gli strumenti di prevenzione, attraverso l’identificazione dei pazienti a rischio e lo sviluppo di linee guida specifiche per le esposizioni ambientali.
Inoltre, i risultati rafforzano l’urgenza di politiche più stringenti per il controllo dell’inquinamento e l’uso dei pesticidi, non solo per proteggere i lavoratori agricoli ma anche per ridurre l’esposizione ambientale della popolazione generale.
La crescente consapevolezza del ruolo dell’ambiente nello sviluppo del cancro spinge verso un approccio integrato, che tenga conto sia dei fattori biologici sia di quelli ambientali. Studi come questi rappresentano un passo avanti cruciale verso una migliore comprensione e prevenzione delle patologie oncologiche.
Riferimenti bibliografici
1. Dennis LK, et al. Trace Element Concentrations of Arsenic and Selenium in Toenails and Risk of Prostate Cancer among Pesticide Applicators. Curr Oncol. 2024 Sep 14; 31 (9): 5472-83. doi: 10.3390/curroncol31090405.
2. Hippert J, et al. Identification of pesticide mixtures to which French agricultural workers and farm-owners are exposed: Results from the Agriculture and Cancer (AGRICAN) cohort study. Sci Total Environ. 2024 Dec 10; 955: 176607. doi: 10.1016/j.scitotenv.2024.176607.