Correlazione tra anni di vita persi, mortalità e screening in Italia: i dati dell’ISS dell’ultimo ventennio

Il comunicato stampa dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) del 24 luglio attesta che nel meridione si perdono più anni di vita per i tumori della mammella e del colon e i tassi di mortalità, storicamente più bassi rispetto al nord Italia, ora sono paragonabili.

Tra le cause, secondo il Gruppo di Lavoro su equità e salute nelle Regioni dell’Istituto Superiore di Sanità, il minore ricorso agli screening: nelle aree dove si effettua meno la prevenzione in forma di screening c’è anche un più alto indice di fuga, ovvero la mole di pazienti costretta a spostarsi per potersi operare.

Le conclusioni sono state tratte analizzando separatamente per tumore della mammella e per tumore del colon-retto:

  • le differenze regionali nella mortalità totale e prematura,
  • l’impatto che i programmi di screening hanno avuto sulla riduzione della mortalità per queste cause negli ultimi 20 anni
  • la capacità delle singole regioni di presa in carico dei pazienti oncologici attraverso l’analisi della mobilità sanitaria extra-regionale.

In Italia, la mortalità per tumore della mammella dal 2001 al 2021 si è ridotta del 16%, ma al Sud la riduzione di mortalità è stata inferiore rispetto a quanto osservato nel Nord (-6% vs -21%). Addirittura, in Calabria, Molise e Basilicata si osservano degli incrementi pari al 9%, 6% e 0,8% rispettivamente.

Per il tumore del colon dal 2005 al 2021 risulta che nelle donne la mortalità si è ridotta di circa il 30% nelle aree del Nord (-29%) e del Centro (-27%) e molto meno al Sud (-14%). La situazione peggiora fra gli uomini, dove la riduzione è stata pari a -33% nel Nord, -26% al Centro e solo -8% nel Meridione. Ancora una volta la regione più critica è rappresentata dalla Calabria dove in 15 anni la riduzione è stata minima nelle donne (-2%) e praticamente nulla negli uomini (-0,9%).

In merito al tumore della mammella c’è stata una diminuzione progressiva degli anni di vita persi nelle regioni del Nord e in parte del Centro, mentre le regioni del Sud non mostrano evidenti cambiamenti in questo parametro. Ancora peggio va per il tumore del colon: il Sud mostra andamenti crescenti (quindi un aumento della mortalità prematura) in entrambi i sessi in contrasto con i valori del Nord e del Centro.

Ad avvalorare la tesi del gruppo di lavoro, la copertura totale dello screening mammografico va dal 90% raggiunto in molte regioni settentrionali ad appena il 60% in alcune regioni meridionali. Andamento simile anche per i tumori del colon: la copertura dello screening per il tumore del colon-retto raggiunge valori più alti fra i residenti al Nord (67%), ma è significativamente più basso fra i residenti del Centro (51%) e del Sud (26%).

Per entrambi i tumori il rapporto mostra livelli di mobilità al Sud nettamente più alti (circa 3 volte) rispetto al Centro-Nord. La correlazione tra l’indice di fuga e la copertura dello screening per quanto riguarda il tumore della mammella vede le Regioni con le coperture di screening più alte presentare indici di fuga più bassi. In questo panorama Regioni come Calabria e Molise si distinguono fra quelle con i più bassi livelli di copertura dello screening mammografico e il più alto indice di fuga.

Anche per il tumore del colon-retto le regioni con alti livelli di copertura dello screening tendono a presentare livelli bassi dell’indice di fuga, seppure esistano alcune regioni in contro tendenza (Puglia e Campania, bassa copertura e bassa fuga). Si conferma invece per regioni come Calabria e Molise la compresenza di elevati indici di fuga e bassi livelli di copertura dello screening.


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