Nuove raccomandazioni per i tumori mammari: negli Stati Uniti l’età consigliata per lo screening si abbassa ai 40 anni

La United States Preventive Services Task Force (USPSTF) ha recentemente pubblicato su JAMA le ultime raccomandazioni secondo cui le donne con rischio medio di cancro al seno dovrebbero sottoporsi ogni due anni a screening per potenziale cancro al seno a partire dai 40 anni fino ai 74 anni.

Uno studio commissionato dall’USPSTF ha infatti stimato che questa frequenza eviterebbe ulteriori 1,3 decessi per cancro al seno rispetto all’avvio dello screening a 50 anni.

Secondo l’USPSTF, sia la mammografia digitale che la tomosintesi digitale del seno sono modalità di screening efficaci. Tuttavia, i benefici e rischi potenziali dello screening supplementare del cancro al seno con ecografia mammaria o risonanza magnetica in pazienti con seni densi e mammografia di screening negativa non sono supportati da un numero congruo di dati.

L’USPSTF ha infine lanciato un appello urgente per affrontare le ragioni per cui nonostante la malattia venga diagnosticata meno frequentemente rispetto alle donne bianche, le donne nere hanno un tasso di mortalità più alto (40% in più di probabilità di decesso)1.

I dati del 2023 in Italia confermano che il tumore della mammella è la neoplasia più frequente nelle donne: negli ultimi decenni si è però registrato un regolare aumento di diagnosi, con conseguente riduzione della mortalità. Per il Ministero della Salute, lo screening per la diagnosi precoce si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e si esegue con una mammografia ogni 2 anni. In alcune Regioni si sta sperimentando l’efficacia dell’esame in una fascia d’età più ampia, quella compresa tra i 45 ed i 74 anni. A partire dalla mammografia, agli esami di approfondimento fino alle cure che dovessero eventualmente rendersi necessarie, il programma di screening è gratuito2.


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