Gestione proattiva della sindrome metabolica come strategia nella prevenzione del cancro

Uno studio condotto presso la Capital Medical University di Pechino, pubblicato su Cancer, ha evidenziato che pazienti affetti da una sindrome metabolica persistente a evoluzione peggiorativa nel tempo, anche se di peso corporeo normale, sono esposti a un aumento medio di 1,3 volte del rischio di sviluppare un qualsiasi tipo di cancro.

Già nel 2020 il gruppo di sperimentatori guidato dal Dott. Deng aveva pubblicato su Diabetes alcuni dati che mostravano un aumento del rischio per alcuni tumori (pancreatico, renale, uterino, cervicale) ma nessun aumento del rischio di cancro in generale in pazienti con sindrome metabolica.

Lo studio del 2024 ha analizzato 44.115 adulti, la cui età media era di 49 anni, suddivisi in 4 gruppi in base alla traiettoria di evoluzione della sindrome metabolica di cui erano affetti: questa è stata definita utilizzando i criteri della International Diabetes Federation di adiposità addominale in aggiunta alla presenza di almeno altri due fattori tra cui aumento dei trigliceridi, diminuzione del colesterolo HDL, ipertensione arteriosa (o trattamento per ipertensione precedentemente diagnosticata) e aumento della glicemia a digiuno (o precedente diagnosi di diabete tipo 2).

Le quattro traiettorie della sindrome metabolica tra tutti i partecipanti erano bassa/stabile (10,56%), moderata/bassa (40,84%), moderata/alta (41,46%) ed elevata/crescente (7,14%), in base alla gravità clinica e alle tendenze iniziali degli esami fisici dei soggetti all’inizio nello studio.

L’indice di massa corporea (BMI) medio variava da circa 22 kg/m2 (indicativo di un peso corporeo nella norma) nel gruppo a traiettoria bassa/stabile a circa 28 kg/m2 nel gruppo a traiettoria elevata/crescente.

Nel corso di un periodo mediano di follow-up di 9,4 anni (dal 2010 al 2021), sono emerse 2.271 diagnosi di cancro. Quelli con una traiettoria della sindrome metabolica elevata/crescente avevano un hazard ratio (HR) per un qualsiasi tipo di cancro di 1,27 (IC al 95%: 1,05-1,55).

In particolare è stata osservata una differenza per le diverse tipologie di neoplasie.

Il rischio nel gruppo con la traiettoria più alta era:

  • cancro al seno: HR 2,11 (IC al 95%: 1,04-4,34);
  • cancro dell’endometrio: HR 3,33 (IC al 95%:1,16-6,77);
  • cancro del rene: HR 4,52 (IC al 95%: 1,17-10,48);
  • cancro del colon-retto: HR 2,54 (IC al 95%: 1,27-5,09);
  • cancro del fegato: HR 1,61 (IC al 95%: 1,09-4,57).

L’aumento del rischio nel gruppo con traiettoria più elevata per tutti i tipi di cancro persisteva quando i gruppi con traiettoria bassa, moderata/bassa e moderata/alta venivano combinati.

Inoltre i pazienti con punteggi persistentemente elevati di sindrome metabolica e concomitante infiammazione cronica avevano i rischi più elevati di cancro al seno, all’endometrio, al colon e al fegato. Mentre i soggetti con punteggi persistentemente elevati di sindrome metabolica e assenza di infiammazione cronica concomitante avevano il rischio più elevato di cancro al rene.

Gli autori sottolineano come il BMI non è il solo parametro su cui basare una valutazione complessiva del rischio di tumore in soggetti con sindrome metabolica. Lo studio suggerisce che la gestione proattiva e continua della sindrome metabolica si potrebbe rivelare una strategia di primaria importanza nella prevenzione del cancro.


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